Afrodite

Afrodite

BLANCO

Il brano “Afrodite”, che va a chiudere l'album Blu Celeste, racconta la frustrazione, la disillusione e la dipendenza dal sentimento Amore.

Nell'intro BLANCO elenca, in un impeto disperato di rabbia, i modi per uccidere un'emozione che lo tormenta.

Proseguendo, l'assenza di stelle (“lentiggini”) e la presenza della luce lunare introducono l'ascoltatore all'atmosfera triste e nella quale BLANCO percepisce un vuoto interno (assenza di stelle) che lo tiene sveglio (luce lunare). Distolto lo sguardo dalla luna, le pupille affondano nel buio, mentre la solitudine lo assale. Egli viaggia quindi con la mente, cercando qualcosa che colmi il vuoto che lo inibisce.

Come spesso accade quando vaghiamo pensosi nel letto in una notte dal sonno difficile, ci abbandoniamo a pensieri che appaghino il bisogno di affetto, proprio perché percepiamo il vuoto. Così nel ritornello BLANCO si perde in un flashback bucolico, che lo trasporta al momento in cui provò amore per la prima volta. I primi fuochi amorosi da ragazzo sono spesso non corrisposti e si basano su costrutti mentali formati attorno a persone a cui aspiriamo. “Quel sapore non l'ho mai provato” ci ricorda che l'amore per Afrodite, dea greca dell'amore e della bellezza, è rimasto un amore ideale, non corrisposto (“Tu sei qualcosa che non c'è mai stato”).

Nonostante egli cerchi di liberarsi di quest'emozione, quella ritorna la notte:

Fammi stanotte più felice
Dammi un motivo tu per vivere